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Chiara aveva 14 anni quando nel 2012 ebbe la diagnosi di osteosarcoma che l’ha catapultata in un’altra realtà.

Aveva un dolore pungente al ginocchio ed era spaventata perché non passava nonostante gli antidolorifici. Non si capiva la natura del dolore e fu necessario approfondire. Senza perdere troppo tempo i suoi genitori la portarono subito in un centro AISOS con una radiografia.

Chiara si trovò al posto giusto nel momento giusto perché per i medici volontari AISOS fu subito evidente che si trattava di osteosarcoma. E proprio grazie alla loro competenza fu possibile una diagnosi precoce, fondamentale per prendere in tempo e poter sconfiggere questo ‘mostro’, come lei chiama oggi l’osteosarcoma.

Fin dal primo giorno, ricorda Chiara, si è sentita parte di AISOS perché veniva considerata come una persona adulta. Fu resa consapevole della battaglia che avrebbe dovuto affrontare e grazie anche al sostegno psicologico fu posta al centro di una squadra unita che lottava per un unico obiettivo, per affrontare insieme un percorso verso la guarigione.

Questa sua consapevolezza, sostiene oggi, è stata di grande aiuto per poter vincere la sua battaglia contro l’osteosarcoma: il dialogo, la consapevolezza e la ricerca dell’obiettivo sono stati elementi determinanti che l’hanno incoraggiata sempre a lottare, tanto che oggi sa di essere invincibile nei confronti delle avversità della vita.

Nel suo cuore c’è un posto speciale per un tenero ricordo durante quel periodo della sua lotta contro l’osteosarcoma: quella grande torta sacher che la dottoressa Francesca Maddalena Terracciano le portò nella sua stanza di ospedale in regalo per il suo compleanno.

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